Federico Ziberna – Euridice

Euridice è il femminile eterno, quello rimasto indietro, abbandonato o inascoltato. È stato proprio lo sguardo del poeta quello che l’ha condannato e tradito perché, come nel Mito, volendo rassicurarsi d’essere seguito, s’è girato indietro un attimo prima di liberarlo. Per lui era un’ombra fedele ed è così che lo ha trasformato definitivamente in quello che forse desiderava fosse. Lo relegava appunto in fondo. Euridice abita però quegli inferni come possibili «giardini». Sa chiamare «casa» qualunque posto, anche la sua morte. A lei appartengono tutte le voci spezzate, il desiderio e la passione che non hanno raggiunto la soglia del «Mito» maiuscolo: piuttosto vagano imprigionate in quello più breve e minuscolo dell’esistenza singola. «Mai» esemplare e assoluta, la sua esistenza quindi: e perciò anagrammabile e declinata sempre al personale – sempre «Mia».