2034

 

È stata varata una nuova legge: chi tampona viene istantaneamente condotto in carcere per un anno di fresca villeggiatura.

A me questa cosa qui pare un po’ eccessiva anche se non la condanno del tutto. Gli incidenti negli ultimi anni sono aumentati in maniera vertiginosa e a niente è servito il proibizionismo nei locali: la gente compra le lattine di birra nei supermercati e si ubriaca nei parcheggi. Insomma, le cose non sono cambiate molto negli ultimi 50 anni. Nel 1984 avevo vent’anni e, più o meno, era la stessa cosa.

Chissà se questa nuova legge funzionerà. Solo non capisco perché ci sia l’arresto immediato anche per coloro che vanno senza casco in bicicletta. A un mio amico è successo (è stato arrestato qualche tempo fa) ma il connubio alcool-bicicletta proprio mi suona strano. E chi li capisce i politici attuali, sono rimasti come quelli di ieri.

 

Tutto questo per raccontarvi cosa ho combinato qualche giorno fa.

 

Era notte e stavo affacciato al balcone, in canotta, a fumare l’ultima sigaretta della giornata. Dopo qualche minuto, mentre spegnevo la paglia nel posacenere che nascondo tra il rosmarino e gli habaneros, tre volanti della polizia, arrivate sotto casa con i lampeggianti accesi e le sirene spiegate, hanno attirato la mia attenzione. Cosa è successo? Mi sono chiesto. Saranno risorti i brigatisti? E stanno nel mio palazzo? O stanno per arrestare il sindaco che abita al piano di sopra?

Intanto tutti i condòmini si erano affacciati, alcuni di loro, con voce stridula, chiedendo ai poliziotti cosa fosse realmente accaduto.

 

Niente, signora, vada a dormire, - ha urlato uno di loro - un vostro vicino questa mattina ha tamponato una macchina d’epoca, una C3, e siamo venuti a prenderlo.

E tutti a chiedersi: chi sarà questo vicino?

 

Era Filippo, un ragazzo sulla trentina che, con la madre, gestisce un negozio di abiti low cost in un vico del centro storico.

La polizia è salita al quinto piano, ha bussato con cortese prepotenza, è entrata in casa, ha preso Filippo (in pigiama) e lo ha buttato nell’ascensore come si fa con un sacco di foglie secche.

A quel punto sono sceso e ho urlato ai poliziotti: fermi, lo portate in caserma?, lo accompagno io.

Buonasera commissario, si, certo, agli ordini, va bene, come dice lei.

Sono stato nella polizia per 44 anni. Oggi sono in pensione. E tutti mi portano rispetto. Schiappe…

 

Sali in macchina, Filippo. Gli ho detto mentre ordinavo ai poliziotti, con cortese prepotenza, di toglierli le manette.

Gliela faccio vedere io a questi idioti, ho subito pensato.

Vi raccomando, io vado avanti e voi mi venite dietro. Copritemi le spalle. Schiappe…

 

Ho fatto accomodare Filippo e, quando sono partito, mi sono accorto che ancora piangeva. È brutto veder piangere un ragazzo a quell’età. A quell’età non si dovrebbe mai piangere. Prima si, dopo si, ma a trent’anni no.

Avevo tutto in mente e, tempo qualche minuto, avrei salvato il giovane.

 

La caserma non dista molto dal mio quartiere, pochi chilometri di provinciale e si è a destinazione. Ieri notte la strada, però, era particolarmente deserta. Ciò complicava maledettamente i miei piani.

Poi una piccola idea mi ha illuminato.

Pochi minuti e saremmo arrivati a destinazione.

Filippo aveva smesso di piangere e, in silenzio, aveva notato il mio sguardo fisso sullo specchietto retrovisore.

Un istante ancora e poi:

è il momento, tieniti fermo, Filippo!

Approfittando dell’attimo di distrazione del poliziotto alle calcagna ho frenato con tutta la mia forza. La macchina si è inchiodata sull’asfalto e la volante di dietro mi è piombata addosso. Tamponandomi. Schiappe…

 

La storia si è chiusa così: la legge non è cambiata ma il commissario del luogo ha chiuso un occhio e i poliziotti mi hanno chiesto scusa. Qualcuno mi ha domandato perché ho frenato in questo modo. Che domande stupidi. Perché un gatto mi ha tagliato la strada, no? Nun c'è bisogno 'a zingara p'andiviná, Cuncè'…

 

E l’auto me la riparano loro. Schiappe…

 

giordano criscuolo

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