Le
parole che non scrivo
"Per
la band, il mondo si divideva in Rock e in pop. Il
Rock era la verità assoluta, il pop la finzione. Il
Rock erano Le vecchie Iene, il pop le vittime
dei loro servizi. Il Rock erano loro con il loro
pensiero, il loro modo di vestire, la loro musica,
la loro vita. Il pop erano quei fighettini e quelle
puttanelle snob del centro commerciale con i loro
pensieri, più che il loro pensiero, i loro modi di
vestire, la loro musica, la loro vita. Il Rock era
la 126 di Gianni o la Dyane di Manuel; il Rock erano
i film di Gassmann, De Sica, Tognazzi e Totò; il
Rock era la pisciata in compagnia; il Rock era
l’amplificatore sfondato; il Rock erano Baudelaire,
Verlaine, Rimbaud, Kurt Cobain, Liverpool, Jim
Morrison, Woodstock, il 68, le passate okkupazioni,
i professori rivoluzionari. Il Rock era un sasso
volgare. Il pop una colorata gemma di
bigiotteria."
Come
su un solco di Morrison Hotel
"Restammo
a guardare il soffitto per non so quanto tempo e
ricordo che, contemplando le stelle fosforescenti
che avevamo appiccicato, ti pensai. Non sai quanto
ti pensai. La voce di Piero interruppe la quiete che
si era venuta a creare. “Mi faccio d’ero, Alice”. Lì
per lì non capii il significato delle sue parole e
allora cominciai a scansionare nella mia mente
quella frase, lettera per lettera e, solo dopo aver
ricucito insieme il tutto, mi resi veramente conto
di cosa Piero mi avesse detto, anzi, a quel punto,
confessato. Restai allibita, senza parole, come
smarrita. “Sono solo tre mesi ma mi sento come un
tossico da sempre”. Rimasi a guardare le stelle
sperando profondamente che qualcuna si staccasse dal
soffitto per poter esprimere un desiderio."
1000
anni con Elide
"L’Aula Magna, dove un giorno
Giostrammer discuterà la sua tesi roccherroll, è
un formicaio multietnico dove però non c’è
solidarietà tra i compagni. E infatti, appena
entri, ti trovi nell’angolo subito a destra il
gruppo delle matricole che ancora non si è formato
e che in questo caos si perde (gente da
grembiulino, insomma). Nell’angolo a sinistra ci
sono invece le santarelle della situazione che
parlano di Step, Babi e si chiamano Giu, Saretta,
Principessina, etta, ina, inettina. Tre metri
sopra il cielo ce le manderebbero per davvero
Giostrammer e soci. Con un calcio in culo. A
destra di fronte ci stanno i secchioni con il loro
look alla Harry-Potter che per ora non hanno
ancora imparato a usare la bacchetta magica
(sveglia, fosforini) e nell’ultimo angolo i
drogati, i rockettari e gli sbandati. Insomma
tutti coloro che sono si intelligenti ma che però
non si applicano. E che nonostante tutto guidano
la Facoltà. In culo a Step e ai fosforini."
All'aurora
sulle stelle
"Ero
completamente assorto da questi pensieri quando un
profumo e un’aura e un tripudio di colori sfiorarono
i miei sensi ubriacandoli all'istante. Remedios era
lì, di fronte a me. Scendeva per la scalinata con
una dolcezza ‘sì tanto soave che Beatrice, al suo
cospetto, sarebbe stata poco più che una pulce. E
Dante lo avrebbe capito benissimo.
Ero
innamorato.
Mi
alzai di scatto e, sceso velocemente per strada, le
andai incontro.
«Remedios.»
Si
voltò e io la vidi da vicino. Bellissima.
«Lorenzo.»
Esclamò
con un sorriso tanto fulgente che le luminarie sulle
nostre teste si spensero per la vergogna."
Il
meraviglioso vinile di Penny Lane
"Penny Lane abita in una
minuscola casetta di periferia. Incredibile vero?
Sono bastate queste poche parole perché la tua
fantasia prendesse il sopravvento. Altolà dunque,
non staccare le mani da questo libricino prima che
tu possa portarle agli occhi. Non toccarli o
stropicciarli, lasciali così: increduli, stupiti,
stralunati. Ascolta, questo luogo è proprio come
lo stai immaginando."
Fiabe
sorprendenti per principesse e disobbedienti
"Passarono diverse settimane e
nessun rimedio fu trovato. Dolcemiele non riusciva più a dormire e
ogni giorno diventava sempre più magra e debilitata. A nulla
servivano le tisane o i racconti noiosi, nemmeno uno scrittore che
presentava il suo libro nella biblioteca della Foresta Sempreverde
riuscì a farla addormentare. Il caso era quindi veramente
disperato.”"
Un
fatto strano
"Fa un caldo equatoriale
quando Antonio Maria Volpe, alle 13,50 di un giorno appiccicoso
d’es- tate, viene trovato morto in giardino dai suoi genitori.
Pochi minuti prima era a pranzo con loro. Quando alle 13,55
Giuseppantonio Ca- pone, medico di famiglia, dichiara che il
ragazzo è morto da almeno tre ore, la situazione precipita e si fa
sempre più ingarbugliata.
In questa storia […] non ci
sono bravi e cattivi, non ci sono morali, azioni giuste e
sbagliate, non c’è verità scientifica; gli orari, i giorni e i
ricordi si sono confusi tra di loro mantenendo però una certa
coerenza magica perché magica è la vita tra queste viuzze. È una
storia afosa, sudaticcia, asfissiante, come il caldo di quei
giorni. Gli uomini ora appaiono cattivi, ora buoni. È una storia
animalesca di sopravvivenza, è un’allegoria […]"
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giordano criscuolo
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