La genesi di questo mezzalbum affonda le radici in un mistico autunno del 1993.Avevo allora quattordici anni e uno stereo bellissimo della Pioneer, vestivo con felpe larghe, pantaloni strappati e Converse Magic Johnson, mi innamoravo di tutto e, timidamente, iniziavo ad ascoltare i Nirvana. Eppure tutto ciò non ha colpa se, dopo quasi venti anni, ho deciso di incidere queste cinque canzoni. Una sera, inebriato dai fumi di fini incensi giapponesi, pensai di mettere su i vinili che mio padre e mio zio dovettero ascoltare negli anni 70. Pierangelo Bertoli, Francesco Guccini, Giorgio Gaber, Claudio Lolli, Rino Gaetano, Paolo Conte, Franco Battiato, Fabrizio De Andrè. Roba distante anni luce dalla solida e misteriosa nebbia di Seattle.Furono serate bellissime quelle trascorse in compagnia del Guccio ma, se qualcosa intrise le mie unghie di canto, passione e poesia, quella fu la voce di Fabrizio, un amico. Fin da subito. Scoprii improvvisamente che nel mondo della canzone c'erano persone che cantavano cose diverse da quelle che ci proponeva Sanremo, che le rime potevano essere anche affascinanti, che il metro era un gioco bellissimo e che la poesia non era sempre noiosa.Accostare ora le mie canzoni alle opere dei cantautori sopracitati apparirebbe indubbiamente blasfemo, ma da loro è nato tutto questo. Tra l'altro, nei loro album si parlava di amore, rabbia, politica, chiesa, aborto, amicizia, anarchia. Nel mio mezzalbum, invece, non troverete che cinque canzoncine d'amore. Si tratta comunque di una casualità a cui, serenamente, mi sono arreso. Tuttavia ho escogitato varie giustificazioni intellettualistiche con le quali prenderò per il culo gli ascoltatori più esigenti. Ai censori ingrigiti da mancanza di fantasia dirò infine che (del resto) sono solo uno scrittore con una chitarra classica di ventinove euro appoggiata ai piedi del letto e che non si può chiedere a un colore azzurro di essere cielo. Tuttavia, nessuno può impedire a quel colore di sognarlo.Se un solo istante di questo album dovesse emozionare un solo ascoltatore, avrò raggiunto il mio obiettivo. g. c.
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